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Calcio e morte: Il dramma di Morosini ultimo di una serie di episodi tragici su un campo di calcio.

La morte tragica di Morosini, accasciatosi al suolo al 32’ minuto del primo tempo di PescaraLivorno, ha lasciato senza parole il mondo del calcio, che ha deciso di sospendere tutti i campionati in segno di lutto. In tanti si sono chiesti il perché di tanti episodi tragici sul campo di calcio, e se una morte come quella del giovane centrocampista del Livorno, o un episodio drammatico come quello di Muamba in Inghilterra, potesse essere in qualche modo evitati. Trovare la morte e trovarla giocando a calcio è una cosa difficile da concepire. Nel 2003 durante la Confederations Cup, trovò la morte per attacco cardiaco Marc-Vivien Foè, difensore del Camerun. Aveva 28 anni. Crollò a terra nel 2007 anche Phil O’Donnell, della squadra scozzese del Motherwell, morì in ospedale a 35 anni. Sconcertante la sorte di Antonio Puerta, che il 25 agosto 2007 nella prima giornata di Liga tra il suo Siviglia e il Getafe, si accasciò improvvisamente a terra. Soccorso da compagni e avversari, morì dopo una disperata corsa in ospedale. Aveva 22 anni. Dall’altre parte dell’Oceano, nell’ottobre del 2004 si gioca la partita del campionato brasiliano tra Sao Caetano e San Paolo. Dopo un’ora di gioco, Paulo Sergio de Oliveira Silva detto Serginho crolla a terra per un malore. Serginho muore a 30 anni appena compiuti per un arresto cardiorespiratorio. In Portogallo durante un march del Benfica il 25 gennaio 2004, Miklos Feher, entrato a partita in corso dalla panchina, si blocca in mezzo al campo con le mani sulle ginocchia. Soccorso immediatamente, la mezzanotte di quel giorno muore in ospedale a 24 anni per “fibrillazione ventricolare causata da cardiomiopatia ipertrofica”. In Gabon, Africa centrale nel 2008 muore giocando una partita di campionato per un arresto cardiaco a 22 anni Guy Tchingoma. Arresto cardiaco è il filo comune che lega le morti in campo di questi ragazzi, che sono prima di tutto atleti. I fattori stridono tra loro, e la casualità in molti casi non viene ritenuta alla base della disgrazia. Nel caso di Marc-Vivien Foè si disse che il giocatore era affetto sin dalla nascita da cardiomiopatia ipertrofica (un difetto al ventricolo sinistro del cuore) e nonostante questo gli fu sempre data l’idoneità per giocare a livello agonistico. Ci sono poi i familiari di Antonio Puerta che non parlano di casualità e accusano i medici del Siviglia (la sua squadra) di negligenza, sostenendo che erano a conoscenza dei problemi cardiaci del ragazzo. Anche l’Italia ha conosciuto in passato i suoi drammi. Alla vigilia della partita di campionato tra Perugia e Juventus del 30 ottobre 1977, il talentuoso regista del Perugia di Ilario Castagner Renato Curi, dopo aver saltato qualche partita era pronto tornare in campo. Al termine di un bel primo tempo, ad inizio ripresa Curi dopo uno scatto crolla a terra. Soccorso, morirà a 24 anni. L’8 novembre 1987 durante un match di C2 (l’attuale Lega Pro Seconda Divisione), il giocatore della Pro Patria Andrea Ceccotti uscì dal campo per un dolore. Negli spogliatoi le sue condizioni peggiorarono fino alla morte per un’embolia al cervello in seguito ad una “trombosi carotidea alla gamba sinistra”. Aveva 25 anni. Anche Giuliano Taccola aveva 25 anni quando morì per un attacco cardiaco il 2 marzo 1969 dopo una partita con la sua Roma.

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