Avella- C’è chi muore sul lavoro e chi muore perché ha perso il lavoro. Alla fine il dramma è sempre lo stesso. Ad Avella un’ex guardia giurata, Gavino Vecchione, 48 anni, ha vergato un biglietto d’addio destinato alla famiglia. Poi ha premuto il grilletto e si è sparato un colpo di pistola a bruciapelo alla testa. La disoccupazione uccide più del lavoro nero, del precariato diffuso che toglie la speranza. In questo caso alla perdita di speranza si è aggiunta quella di una vita. Ed è l’ennesimo suicidio che si registra in Irpinia. Disperazione, depressione, solitudine. Cambiano gli stati d’animo delle vittime ma non cambia la preoccupazione per un fenomeno che inquieta e allarma adesso anche le istituzioni chiamate a dare risposte. Per i sindacati è stato oltrepassato il livello di guardia e occorre, dunque, prendere provvedimenti sociali adeguati. La morte di Gavino Vecchione è avvenuta alla vigilia del primo maggio. Un primo maggio che si tinge di sangue perché stavolta si muore per il lavoro che non si trova e per quello che non c’è più.
Avella, perde il lavoro e si toglie la vita
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