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venerdì, Gennaio 24, 2025
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Dimettetevi tutti perchè nessuno può giocare sulla pelle di chi sta perdendo il proprio lavoro

Flumeri- Ieri dopo aver guardato le tv locali e letto alcune dichiarazioni, mi sono definitivamente convinto: la vicenda dell’Irisbus come, probabilmente, quella di tante altre aziende campane che rischiano di chiudere definitivamente i propri battenti, meritava sin dall’inizio, da parte dei nostri politici e delle Istituzioni tutte del territorio, ben altro approccio e migliore considerazione. Ma tant’è.

Per carità, è chiaro a tutti che stiamo vivendo uno dei momenti più drammatici della storia d’Italia ma è anche vero che chi ci rappresenta a Roma è inadeguato e, anche per questo, le aree interne della regione Campania rischiano la desertificazione industriale.

Il Governo centrale – che ricorderemo per sempre come quello delle tasse e di un presunto rigore che distrugge la vita della gente comune salvaguardando sostanzialmente quella di chi comune non è -, stenta a dare una risposta credibile sul piano delle politiche industriali. E così, nell’entroterra di questa già “violentata” Campania si consuma l’ennesimo dramma che la cronaca ci offre raccontandoci come la crisi economica stia annientando la serenità con la quale, da queste parti, eravamo abituati a vivere fino a pochi mesi fa.

Le vicende della unica fabbrica italiana che produce autobus trasmettono una forte preoccupazione e non solo per le ricadute di questa ennesima dismissione industriale in un territorio già colpito da un alto tasso di disoccupazione. Offende e indigna il comportamento quei politici di quanti, tutti i giorni, giocano sulla pelle di questi lavoratori, di queste famiglie. Non è bello ascoltare o leggere le promesse.

Settecento famiglie, da mesi stanno chiedendo al Governo, alle Istituzioni, ai sindacati e ai politici locali – chiamati, per una volta, a mettere da parte le ostriche e dare soluzione ad un problema che riguarda tutto il territorio – quale ruolo intendono svolgere tutti insieme per rilanciare gli investimenti e far ripartire l’Irisbus. Sono ancora la, nel loro presidio di Flumeri, in quelle tende, in attesa di una risposta seria.

L’80% del parco autobus in Italia, più di 7 milioni di mezzi (dati ACI parco veicolare in Italia al 31 dicembre per ciascun anno in base alle registrazioni nel PRA) devono, per legge, essere sostituiti a breve ma tutto è fermo perché in Italia manca un Piano del trasporto pubblico. Nessuno lo propone, nessuno ci lavora, nessuno ne parla compiutamente perché la Fiat ha già deciso di dislocare all’estero la produzione.

Che vergogna, che schifo !

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