ROMA – E’ una vera e propria rissa quella che si è scatenata tra Ilda Boccassini e Antonio Ingroia. Una bagarre senza esclusioni di colpi e che si sta allargando a macchia d’olio.
Tutto ha avuto inizio qualche giorno fa quando il leader di Rivoluzione Civile, durante un’intervista, aveva fatto un parallelo tra sè e Giovanni Falcone, il magistrato assassinato il 23 maggio 1992. Neanche il tempo riportare la notizia sull’ANSA e Ilda Boccassini dichiara: “Come ha potuto paragonare la sua piccola figura di magistrato a quella di Giovanni Falcone? Tra i due la distanza si misura in milioni di anni luce. Si vergogni”.
Apriti cielo! Ad Ingroia saltano i nervi e giù all’attacco del Procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Milano: “Ho atteso finora una smentita, invano. Siccome non è arrivata dico che l’unica a doversi vergognare è lei che, ancora in magistratura, prende parte in modo così indecente e astioso alla competizione politica manipolando le mie dichiarazioni. La prossima volta pensi e conti fino a tre prima di aprire bocca. Quanto ai suoi personali giudizi su di me, non mi interessano e alle sue piccinerie siamo abituati da anni. Mi basta sapere cosa pensava di me Paolo Borsellino e cosa pensava di lei. Ogni parola in più sarebbe di troppo”.
Una ridda di voci amplifica la vicenda. Sull’argomento intervengono anche Salvatore Borsellino, fondatore delle Agende Rosse e Maria Falcone, rispettivamente fratello e sorella dei due magistrati uccisi dalla mafia.
“Assisto sbalordito e amareggiato – ha dichiarato Borsellino – alla sequenza di dichiarazioni e di scontri verbali a distanza che si susseguono da ieri tra persone che indistintamente avrebbero fatto meglio a tacere o almeno a riflettere a lungo prima di parlare o meglio di attaccarsi a vicenda con espressioni e modi degni dei peggiori talk-show a cui la televisione degli ultimi venti anni ci ha purtroppo abituati ma ai quali non ci siamo mai rassegnati e continuiamo a non rassegnarci”.
Meno dolce, invece, il commento della sorella di Giovanni Falcone “Rispetto la storia professionale dell’ex procuratore aggiunto di Palermo, ma la storia di Giovanni è del tutto diversa. E non permetto a nessuno di parlare di lui per autopromuoversi a livello politico“. E giù ancora repliche e controrepliche di una vicenda spiacevole, che in tanti stanno strumentalizzando e che noi, invece, avremmo voluto non commentare, soprattutto, alla vigilia dell’ennesimo processo della strage di via D’Amelio che si apre a Caltanissetta.
Non ho mai conosciuto Ida Boccassini ed ignoro i motivi che l’hanno spinta ad intervenire in maniera così pesantemente sulle dichiarazioni del suo collega Ingroia che, invece, ho avuto il piacere di conoscere.
Antonio Ingroia non è un politico, è una persona briosa e pacata. È fuori da ogni dubbio che, in alcuni momenti di questa vicenda, gli siano saltati i nervi. Così come è indubbio, però, che i più stretti consiglieri e collaboratori di un candidato Premier – mi perdonerà Ingroia – “alle prime armi”, erano da un’altra parte quando sono state battute, prima di lanciarle in rete, le risposte alla Boccassini prima e alla Falcone dopo.
Ingroia, come ha avuto modo di sottolineare anche Salvatore Borsellino, da persona genuina qual è senza rendersene conto si è prodotto in una serie di dichiarazioni che la lettura di un qualsiasi manuale ci comunicazione, purtroppo indispensabile per chi affronta l’agone politico, gli avrebbe sicuramente sconsigliato.