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giovedì, Gennaio 23, 2025
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Avellino. L’intervento di Foglia sul problema dell’abbruciamento dei residui vegetali.

Avellino – Con una lettera indirizzata al Prefetto di Avellino, il presidente Foglia, ha trasferito la preoccupazione ed il disagio di numerose piccole aziende agricole irpine, dedite alla castanicoltura e alla corilicoltura.  

“Pur consapevole della necessità di assicurare l’osservanza dei principi ordinamentali che tutelano la salute dei cittadini e salvaguardano l’ambiente nonché dei molteplici interessi pubblici coinvolti sotto il profilo legislativo ed amministrativo si deve tuttavia oggi prendere atto, con onestà intellettuale, di una contrapposizione tra diritto e pratiche agricole, con ragionevole disorientamento del mondo agricolo della provincia di Avellino che non hanno più certezza circa le modalità di smaltimento dei residui culturali, soprattutto per quanto riguarda la nocciolicoltura e la castanicoltura”, è scritto nella missiva indirizzata al dottor Umberto Guidato, Prefetto di Avellino, con la quale Foglia ha voluto anche sottolineare che le iniziative assunte dagli uffici della Prefettura nei confronti di tale realtà  “testimoniano una sensibilità meritoria di particolare apprezzamento e ringraziamento”.

“In Irpinia – ha scritto ancora Foglia –  operano ancora numerose piccole aziende agricole prevalentemente a conduzione familiare, la cui esistenza garantisce, con le difficoltà dell’attuale congiuntura economica, la tutela di produzioni tipiche, la difesa del territorio ed il contenimento dell’abbandono delle aree rurali interne”.

Quindi l’invito: “Ritengo, pertanto utile, alla luce delle personali attribuzioni istituzionali, auspicare a cura della Prefettura di Avellino l’istituzione di un tavolo tecnico che veda coinvolti, oltre alla presente Commissione, l’Assessorato Regionale all’Ambiente, quello dell’Agricoltura, ARPAC e Provincia, unitamente ai soggetti ed alle organizzazioni già interessate, per definire, nell’osservanza delle vigenti disposizioni, opportune ed utili azioni tese alla  formazione ed alla  sensibilizzazione sul punto degli operatori agricoli nonché alla divulgazione di pratiche agricole (per es. il sovèscio) più adeguate e rispondenti ad uno stile comportamentale garante delle esigenze complessive della comunità di appartenenza”.

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