BENEVENTO – Un lungo dossier, condito da qualche accusa non certo al miele. Nelle orecchie di Fausto Pepe, stamattina, è risuonata una parola già troppe volte affrontata nei dibattiti in aula, e nei comizi elettorali: “Depuratore.”
L’opposizione di Palazzo Mosti ha portato sulla scrivania del Sindaco democratico un incartamento corposo, capace di ripercorrere tutte le tappe di un progetto voluto e mai realizzato. “Sono stati cambiati tre siti”, si legge nei documenti, “e si continua a non avere la valutazione d’impatto ambientale. Eppure, su tutto questo, il Consiglio comunale non ha mai avuto la possibilità di discutere della problematica”.
E come prassi impone, dalle accuse scritte si è giunti alle contestazioni verbali. Tra i banchi dell’opposizione, qualcuno, senza attendere la replica del primo cittadino, una risposta ha provato a darla lo stesso. “I soldi non ci sono”, ha spiegato De Minico senza mezzi termini. “Un capitolo specifico che provi che questo finanziamento esista non c’è.”
Gli “omaggi” migliori alla giunta guidata da Pepe, sono arrivati però dalla bocca di Luigi Trusio dell’Udeur, e Roberto Capezzone del Pdl. “Amministrazione sciatta”, le parole utilizzate dal primo, a cui ha fatto eco il pidiellino: “Il progetto Pepe è irrealizzabile e la situazione, delicata, richiede un intervento, anche perché non si può da un lato sventolare la bandiera dell’ Unesco e dall’altro stare senza depuratore.”
Nessuna presa di posizione ufficiale da parte di Fausto Pepe, che ha incassato il dossier redatto dal Consigliere Luigi De Minico, dopo uno studio condotto dall’Associazione “Mezzogiorno Nazionale.” Non resta che attendere la replica del Sindaco.