ROMA – Forse (ma forse) una tregua è stata raggiunta.
Il decreto licenziato dal Consiglio dei ministri di stamane, che passa ora all’esame del Parlamento, potrebbe mettere la parola fine alla diatriba sull’Imu, rinfocolata ieri da Brunetta, che l’aveva posta come condizione imprescindibile per la vita stessa dell’esecutivo.
L’Imu sulla prima casa viene difatti sospesa fino al 16 settembre e riformata entro il 31 agosto. Un provvedimento che interessa anche i terreni agricoli, i fabbricati rurali e le cooperative edilizie. La questione relativa ai capannoni industriali viene invece stralciata e inserita nella riforma complessiva, da elaborare nelle prossime settimane. Il Cdm di oggi ha deliberato anche in materia di Cig, stanziando un miliardo che proverrà da fondi comunitari, finanziamenti per la formazione, parte delle risorse destinate alla decontribuzione di secondo livello e tagli selettivi sui ministeri. Inoltre, l’esecutivo si è dato un tempo di cento giorni per individuare misure atte a sostenere il rilancio economico e per rivedere il fisco.
La cartina di tornasole di questo provvedimento è la reazione del Pdl. Alfano: “La mia soddisfazione è grandissima. La prima palla del governo è andata in gol”, afferma il vicepresidente del Consiglio utilizzando una delle ormai diffusissime metafore calcistiche. Dalla sospensione vengono escluse ville, castelli, immobili di pregio e signorili. Esenti dalla rata di giungo saranno anche le famiglie a basso reddito in immobili residenziali concessi come abitazione principale, gli alloggi popolari (Iacp). Il tutto, però, è subordinato ad una riforma complessiva che tenga conto degli impegni assunti dall’Italia in ambito europeo.