Li chiama “pennivendoli” ,dalle colonne del suo blog, i giornalisti capaci di etichettare come un flop la corsa grillina alle elezioni amministrative. Ma se la prende, soprattutto, con gli stessi elettori, colpevoli di aver preferito i vecchi partiti. Beppe Grillo, il giorno dopo il crollo elettorale del suo movimento, è un fiume in piena. Ne ha per tutti, pur ammettendo di aver commesso qualche errore. “Capisco- scrive- “chi ha votato, convinto, per il condannato in secondo grado per evasione fiscale e chi ha dato la sua preferenza ai responsabili del disastro dell’ILVA, del Monte Paschi che hanno come testimonial il prescritto Penati. Capisco chi ha mantenuto la barra dritta e premiato i partiti che succhiano i finanziamenti pubblici e non chi li ha restituiti allo Stato. Vi capisco. Il vostro voto è stato pesato, meditato.”
Sulle pagine del blog, i clic e i commenti imperversano per tutto il pomeriggio, con tanti esponenti del movimento(quelli candidati,soprattutto) decisi a puntare il dito contro i cittadini “ingrati” e “irriconoscenti.” “Che schifo”, scrive Michele Pinassi candidato sindaco a Siena. “Speravamo in un minimo di riconoscenza. Invece niente. Neppure un grazie. Invece del nostro riscatto morale preferiscono le loro rendite di posizione, garantite dal sistema del Monte dei Paschi.”
“A livello locale c’è un forte voto clientelare che pesa. A molta gente che lavora nelle aziende pubbliche conviene votare così”, aggiunge invece l’onorevole Di Battista.
Il sentimento di rabbia e frustrazione, riesce ad accomunare quasi tutti i seguaci del comico geneovese. Solo qualcuno tenta di uscire dal coro, facendo autocrita. E’ il caso del senatore Adriano Zaccagnini, che attribuisce il flop elettorale all’eccessivo rifiuto di dialogare. “Sbagliato dire sempre no”, il suo giudizio.
Più di qualcuno, in verità, sembrerebbe intenzionato ad avallare le parole del senatore Zaccagnini, ma, per il momento, il diktat di non commentare troppo i risultati, imposto da Beppe, ha frenato la discussione interna.
Anche perchè, Grillo e Casaleggio starebbero meditando una strategia comunicativa alternativa: Maggiore spazio in tv, meno guerra ai giornali e scontrini e diarie nell’armadio. Del resto, il consenso, va recuperato.