EGITTO – Più che del Faraone, bisognerebbe forse parlare del ritorno della mummia: sono ancora vivide le immagini dell’ex Rais Hosni Mubarak, pallido e smunto, mentre assiste al suo processo nel 2011, disteso su una barella dietro le sbarre. C’era chi parlava di patibolo, di render pan per focaccia a quel despota accusato di aver dato ordine di aprire il fuoco sulla folla di manifestanti di piazza Tahir, quando ancora soffiava il vento fresco della primavera araba, del suo tentativo di rinascita. Ed ora, paradossalmente, sono cadute alcune accuse gravi legate alla corruzione, secondo quanto ha riferito il suo legale Fareed e-Deeb, che ha anche reso noto che Mubarak potrebbe essere rilasciato entro 48 ore. Tra l’altro, sempre secondo l’avvocato, riavrà indietro il suo grado militare di generale, sempre se la corte accoglierà il ricorso. È previsto invece per il 25 agosto il processo per rispondere delle accuse di complicità nella morte dei manifestanti durante le rivolte del 2011.
Insomma, l’araba fenice sembra stia per rinascere dalle proprie ceneri, proprio in concomitanza dell’arresto dell’ ormai ex presidente Morsi e della “guida spirituale” dei Fratelli Musulmani Badia. Quest’ultimo sarebbe stato portato nel carcere Torah, lo stesso dove si trova l’ex rais. Ennesima conseguenza del fallimento del tentativo di instaurare un governo democratico.
Nessuno si aspetta che Mubarak, a 85 anni, torni ad avere un ruolo attivo nella scena politica egiziana, neanche i suoi vecchi sostenitori. Alcuni ritengono che alla fine il governo provvisorio sostenuto dall’esercito non avrà il coraggio di lasciare libero il vecchio Rais, causa e origine prima
dell’attuale situazione di caos. Si potrebbe persino generare un’unione delle ire da parte della Fratellanza Musulmana e delle forze anti – Mubarak. Ciò che è chiaro, è che gli eventi degli ultimi giorni hanno segnato la sconfitta clamorosa dei tentativi di democrazia: il vento fresco della
primavera araba smette di soffiare sul cielo medio- orientale, tinto di rosso sangue. Il rilascio di Mubarak segnerà nei libri di storia un messaggio di disfatta per gli egiziani: il dittatore che avete condannato, noi lo assolviamo. Il nuovo governo che vi aspettavate dopo le elezioni ha deluso le
vostre aspettative.
Democrazia è ancora una parola vuota, nelle terre della Mezzaluna.