AVELLINO – Fabbrica dei veleni e ora anche dei misteri.
Il corpo ritrovato nel primo pomeriggio di oggi all’interno dell’Isochimica di Avellino, stabilimento che produceva amianto, è di Pellegrino Leo, autotrasportatore trentacinquenne di Sant’Angelo a Scala, del quale non si avevano più notizie dallo scorso aprile e di cui si era occupato anche la trasmissione di Raitre “Chi l’ha visto”.
Il ragazzo è stato ritrovato in quelli che erano gli uffici amministrativi dell’opificio, con un cavo elettrico intorno alla gola, legato ad una trave. L’allarme era stato lanciato dai giornalisti, che avendo trovato il cancello aperto (probabilmente a seguito del furto di centinaia di chili di rame all’interno dello stabilimento), hanno subito avvertito la Procura. Gli agenti del Nipaf, prontamente intervenuti, hanno setacciato i locali, rinvenendo il cadavere del povero ragazzo, il quale, al momento della sparizione, su un biglietto aveva annunciato alla moglie l’intenzione di compiere un gesto simile.
Il corpo di Leo è probabilmente rimasto in quella condizione per molti mesi, tanto che inizialmente dal colorito scuro che aveva assunto era sembrato appartenere ad una persona di colore. Sono stati i documenti d’identità, ritrovati nelle tasche, a fugare tutti i dubbi in merito. Il mistero della morte del giovane s’infittisce ripensando alla recentissima visita (l’8 novembre) da parte dei tecnici comunali e di vari enti per avviare i lavori di messa in sicurezza dell’opificio.