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giovedì, Gennaio 23, 2025
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L’ignoranza e la vergogna dell’Italia tutta nel sabato del pallone

Ieri si è giocata Avellino-Hellas Verona. Una partita di calcio, del Campionato nazionale di serie B, tra i padroni di casa, che da mesi sono impantanata nella zona retrocessione, ed i veneti primi in classifica. La partita è terminata 2 a 0 per gli irpini che, nonostante l’enorme divario tecnico, hanno dominato la partita e fermato la corsa della capolista Verona.

Un sabato strepitoso per i supporter biancoverdi, triste per quelli gialloblu ma ricolmo di ignoranza, vergogna e omissioni per tutto il resto.

A cominciare dal vile attacco, innanzitutto, perpetrato ai danni dell’autovettura del Presidente del Verona, Maurizio Setti reo di essersi avventurato, con  tanto di sciarpa al collo, nei percorsi riservati ai tifosi di casa. La sua autovettura, nel tragitto che va dall’hotel allo stadio, è stata presa di mira da alcuni delinquenti che alla vista di una sciarpa gialloblu, si sono sentiti autorizzati a lanciare una bottiglia verso la stessa e mandare in frantumi un vetro ascendente porta. Un gesto assurdo, che non ha giustificazioni, e che tutto il popolo biancoverde, nessuno escluso, ha fermamente condannato senza attenuanti.

3-10Ma vergogna anche per il comportamento dei 318 ultras dell’Hellas Verona che sin dal loro arrivo al Partenio e per tutta la gara, hanno cantato il loro odio razzista nei confronti dei “terroni” auspicando terremoti e chiedendo al Vesuvio di lavarli. Una nuova pagina del grande libro della vergogna firmato dalla tifoseria più razzista, ma anche più impunita, d’Italia.

Da giornalista, infine,  provo vergogna anche per il taglio sgradevole che i media nazionali hanno voluto riservare a questo vergognoso sabato del pallone. Con una discutibile applicazione del diritto/dovere di informazione, infatti, tutte le testate giornalistiche nazionali, TG1 compreso, hanno ritenuto opportuno dare il massimo risalto possibile all’aggressione del presidente del Verona omettendo tutto ciò che è accaduto in questa giornata che, in fondo, non è affatto diversa da tutte le altre. Riducendo, in questo modo, la “spinta mediatica” di una notizia, a privilegio di pochi.

L’assalto all’autovettura di Setti va condannato senza mezzi termini, senza se e senza ma. Sin da quando lo speaker dello stadio Partenio, però, ieri pomeriggio ha iniziato a leggere il comunicato di condanna della società mi sono posto una domanda: se a bordo di quell’auto al posto del Presidente del Verona e, ancor di più, del mondiale Luca Tony ci fossero stati Mario Bianchi ed Eugenio Rossi, di cosa avremmo parlato oggi, di cosa avrebbero parlato radio, giornali e televisioni di tutta Italia?

Me lo chiedo da ieri e sempre da ieri continuo a sorridere con sarcasmo, quando penso alle decine e decine di automobili dei tifosi che seguono le proprie squadre del cuore che anche questo sabato, come tutti gli altri in tutta Italia, sono state danneggiate nei pressi di uno stadio da delinquenti come quelli che ha incrociato, oggi ad Avellino, il signor Setti.

4-5Non sorrido affatto, invece, se penso al popolo Irpino che ieri, dopo quello Salernitano e Beneventano, in questa stagione, è stato ripetutamente offeso da cori razzisti e disdicevoli.  Io li ho ascoltati tutti, con rabbia. Vada pure per la lava del Vesuvio ma quei 2.914 morti e gli oltre 9.000 feriti, ieri meritavano più rispetto.

Nessuno si è indignato, nessuno ne ha parlato. Nessuno ci ha ancora chiesto scusa.

 

 

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