Era l’amico di tutti, perché c’era da sempre. “Ngiulin” era un volto conosciuto da queste parti soprattutto all’interno del mondo “biancoverde”, sempre al seguito del “suo” Avellino. Ora gli amici del Club lo piangono, ricordandone passione e bontà: Angelo Megliola, 76 anni, si è spento nella notte tra venerdì e sabato, presso l’Azienda Ospedali Riuniti di Foggia dove era stato ricoverato per un peggioramento delle sue, già precarie, condizioni fisiche.
Amico fraterno di Giuseppe Santangelo, Michele Caponigro, Lucio Scarano, Di Conza Domenico, Saverio Palladino, Franco Sessa, Di Lorenzo Nicola, Pasquale Algerino e tanti altri storici “ultras lecedoniesi” con i quali ha condiviso per decenni l’amore per i Lupi, è stato tra i fondatori del “Club Avellino” di Lacedonia. Non c’era domenica per Angelo senza l’Avellino; era sempre al suo posto, sui quei gradoni dello stadio, un volto riconoscibile in casa ed in trasferta. Una presenza fissa in quella curva del Partenio Lombardi che lo ha visto protagonista fino allo scorso campionato. E quando proprio le condizioni fisiche non glielo consentivano, pur conoscendo il risultato finale, immancabile arrivava la sua telefonata: “Andrè come ha giocato oggi l’Avellino?”
Mentre scrivo, tornano in mente tanti episodi e aneddoti sulla sua figura, ma su tutti mi viene in mente una partita ad Avellino contro la Nocerina di qualche anno fa quando, all’uscita del settore dedicato, accompagnato dal figlio Mimmo sulla sedia a rotelle, mi vide e mi disse: “vinciamo il campionato, Andrè. L’anno prossimo se facciamo lo squadrone, andiamo in serie A e allora posso pure morire”.
Una scomparsa pesante per Lacedonia, e che si aggiunge a quelle di altri sostenitori dell’Avellino, come Pelullo Donato, Gerardo Cardellicchio e Domenico Di Ninno, che hanno lasciato questa terra negli ultimi anni, privando così la tifoseria lacedoniese di figure individuate come punti di riferimento dai giovani che si avvicinano al mondo biancoverde. Ci mancherai Ngiulin!
“Insieme ad Angelo se ne va un pezzo della nostra storia – ha dichiarato Michele Caponigro, cofondatore del Club Avellino di Lacedonia – una persona gioviale e disponibile, un compagno di viaggio fedele e “compagnone” quando abbiamo seguito il Lupo su tutta la penisola.
Alla moglie Serafina, ai figli Domenico, Leonardo e Massimo e alla famiglia tutta giungano le condoglianze e l’abbraccio dell’Editore e della Redazione de La Nostra Voce.