Ci sono storie che non si possono raccontare. Ne è pieno il mondo; persino il mio piccolo paese natio. Storie di eroi, di persone semplici, talvolta sconosciute ma con il coraggio e un cuore grande così.
Oggi vorrei provare a raccontare proprio una di queste storie che come protagonista un mio amico e concittadino; un marinaio o se preferite un uomo “ordinario” che grazie alla sua professionalità e quella dello straordinario equipaggio che lo accompagna, si sta trasformando, lentamente, in eroe quotidiano, mettendo in pericolo la sua vita per salvare quella degli altri.
È la storia di Andrea Ziccardi e dei suoi colleghi Militari della Guardia Costiera che sulla Motovedetta CP 326, l’altra notte hanno preso parte all’ennesima operazione di ricerca e soccorso in mare di un barcone di migranti in pericolo.
Il mare della Locride con il suo rumore violento e ripetitivo per colpa dello Schiavo che arrivava teso da Nord-Est, i volti preoccupati dell’equipaggio, i mille pensieri che scorrevano veloci dentro la testa di quegli uomini che sembravano finiti in una lavatrice. Poi un malore, ed ancora un altro. Non c’è traccia di quel barcone che si cercava da ore. Poi il rientro in porto. Qualche ora di riposo e di nuovo in mare a dare il cambio ai colleghi che non hanno smesso un solo istante le ricerche.
C’è mare è grosso, forza 8, con l’altezza delle onde che sfiorano i sei metri quando ecco apparire, a 130 km da Roccella, il barcone dei migranti; un peschereccio talmente rovinato che è già un miracolo che galleggi ancora. “Ci guardavano con gli occhi gonfi di lacrime e gioia – mi racconta Andrea – mentre cercavamo di spiegarci in inglese. C’era chi applaudiva, chi cantava e chi pregava mentre quel bestione di ferro arruiginito – continua il Cl. Np/Ms – ci strattonava, ci tirava e ci faceva cambiare bruscamente rotta”.
Per tutta la notte e fino al mezzogiorno gli uomini della motovedetta CP 326, hanno guidato e scortato quel peschereccio tra le onde del mare consentendo a 199 persone di toccare il suolo di un Paese che li riconosce come esseri umani liberi, di un continente che potrà dare loro e ai loro figli, libertà e futuro.
Il vento non soffia più da Est Nord-Est, il mare è calmo e le nuvole bianche scorrono calme dentro un cielo blu. Sono tutti nel Porto delle Grazie. Il tempo di mangiare qualcosa, dormire qualche ora e si riparte. Chapeau ragazzi!
L’equipaggio della motovedetta CP 326:
M.llo MARINELLI – M.llo ROMANO – 2° Capo SANTALUCIA – 2° Capo SCRENCI – SC 1a cl sc. FRANCO – SC 1a cl DE SANTO – SC 2a cl ROCCO – SC 3a cl ZICCARDI – SC 3a cl MIRABELLA – SC 3a cl VICIDOMINI – SC. LOMBARDO – SC 1a cl BLEVE