NAPOLI – “Balotelli spacciò per finta”. Le accuse che il pentiti Antonio De Rosa fa piovere sulla cresta del giocatore del Milan e della Nazionale sono piuttosto pesanti. E, forse proprio per questo, anche poco credibili.
Teatro della vicenda è quella Scampia purtroppo nota solo per il degrado e l’etichetta di zona della morte. Nel giugno di due anni fa, infatti, l’allora centravanti del Manchester City si recò a Napoli per alcuni giorni, e oltre alle incantevoli zone collinari e del Lungomare, chiese e ottenne di essere portato nella piazza dello spaccio. Voleva vedere con i propri occhi quel do ut des della droga che rovina centinaia di vite. Fu accontentato – e questo è un fatto noto e confermato da lui stesso -, ma il particolare che emerge in questi giorni ha dell’incredibile. Balotelli, infatti, si sarebbe addirittura sostituito ad uno spacciatore e per pochi minuti avrebbe provato l’ebbrezza di essere attore protagonista, e non più solo spettatore, del film della polvere bianca.
Dalla sua pagina Twitter, Balotelli ha risposto prima con una risata condita di volgarità (poi rimosse), ma successivamente ha attaccato difendendosi e dichiarandosi assolutamente estraneo alla vicenda. Intervistato poi da RaiSport a Coverciano, dov’è in ritiro con la Nazionale italiana per la gara di stasera contro San Marino, ha precisato: “Capisco che non piaccio a tutti, ma ora stanno esagerando. Quello che ha detto questa persona, che non si sa neanche chi sia, è una bugia incredibile”.
Ma il contrattacco di Balotelli non si è fermato qua. Sempre da Twitter ha lanciato un’invettiva contro il Tgr Campania, che ieri ha dedicato un intero servizio alla questione, parlando delle foto che l’ataccante avrebbe fatto in compagnia di alcuni esponenti di spicco della camorra, e de “torpedone degno di un boss che dal Lungomare si è diretto verso le Vele, la piazza dello spaccio più famosa d’Europa”. “Credo che dobbiate chiudere la redazione, quel servizio è una vergogna”, ha tuonato Balotelli. “Se non chiedete scusa, suderete le lacrime di mia madre”.
Una reazione molto forte, per una vicenda che sembra destinata a non chiudersi con un cinguettio, che in relatà sembrava più un ruggito.