PALERMO – Dopo l’intrusione nella sua casa di Palermo la rete si mobilita e si stringe attorno a Roberto Tartaglia, il più giovane magistrato impegnato nel processo sulla trattativa Stato-mafia. E così da qualche settimana sul più importante social network (facebook) è comparsa “Io sostengo il sostituto Procuratore Roberto Tartaglia”, una pagina, la prima, interamente dedicata al magistrato di Palermo.
Mentre era impegnato in un’udienza del delicatissimo procedimento, infatti, ignoti hanno messo a soqquadro la sua abitazione. Un segnale inquietante che ha spinto il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza di Palermo a rafforzare le misure di protezione al magistrato. Intimidazione importante, in perfetto stile mafioso, che però, a quanto pare, non ha fermato l’attività del giovane magistrato, appena trentenne, da poco più di un mese “coassegnatario” dell’indagine della procura di Palermo sulla trattativa fra Stato e mafia.
A chiamare Tartaglia nel pool, per affiancare i colleghi più anziani Francesco Del Bene, Nino Di Matteo e Lia Sava, è stato all’inizio del mese scorso il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, la cui decisione è stata contestata dal sostituto Marco Verzera, segretario a Palermo di Magistratura indipendente (la corrente “moderata” dell’Associazione nazionale magistrati), che ha evidenziato la giovane età del collega e il fatto che sia in magistratura soltanto da un anno e mezzo.
Tartaglia, simbolo della Campania bene, è uno dei 320 magistrati che hanno scritto al Csm per sostenere Roberto Scarpinato, il procuratore generale di Caltanissetta messo sotto procedimento generale per le parole contenute nella lettera rivolta idealmente a Paolo Borsellino nella quale evidenziava come alle commemorazioni siano spesso presenti esponenti delle istituzioni lontani dai valori per i quali Borsellino è stato ucciso.
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