ROMA – E’ il giorno dopo del corteo dei “antagonisti” e la capitale si sveglia con la conta dei danni. L’ennesima.
Il corteo degli antagonisti a Roma è stato duro e unito, e ha rivendicato ogni azione lungo il percorso, a partire dagli scontri davanti al ministero dell’Economia.
I movimenti per il diritto all’abitare, i No Tav, i No Muos, i centri sociali di tutta Italia, i precari e i collettivi studenteschi. Tutti uniti, contro lo Stato e le Istituzioni.
Poteva andare peggio ma il bilancio non è proprio quello di una “tranquilla” giornata di protesta. 15 persone fermate, 10 feriti tra poliziotti, carabinieri e finanzieri, un bancomat distrutto, una ventina di cassonetti dell’immondizia bruciati e tre bombe carta contenenti proiettili calibro 12 che, se non fossero state disinnescate dagli artificieri, avrebbero avuto un effetto più potente di una bomba a mano.
E se la tanto temuta “devastazione della capitale” non c’è stata il merito va principalmente alle forze dell’ordine che hanno impedito al corteo di “uscire” dal percorso previsto e agli organizzatori della manifestazione che, da parte loro, hanno “tenuto” la piazza, predisponendo un servizio d’ordine e rispondendo anche a brutto muso a chi, tra loro, voleva agire in maniera diversa da quanto concordato.
Il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, si è complimentato con le forze dell’ordine per “l’ottimo lavoro svolto e la straordinaria professionalità dimostrata”, condannando “nel modo più fermo” le violenze. Un plauso da parte del Ministro anche alla stragrande maggioranza dei dimostranti. Alfano, infatti, non ha mancato di sottolineare che “grazie anche al pacifico comportamento della maggioranza dei manifestanti” sono state scongiurate “maggiori e più gravi conseguenze” per l’ordine pubblico.