LA CORUNA – Dopo undici anni, il disastro della Prestige non ha un colpevole. La catastrofe che si consumò il 13 novembre 2002 al largo delle coste della Galizia, in Spagna, riversò in mare oltre 77mila tonnellate di petrolio, causando un vero e proprio disastro a livello ambientale: la petroliera, salpata da San Péietroburgo e diretta a Gibilterra, si spaccò in due e si inabissò a 250 chilometri dalla terraferma, distruggendo oltre millecinquecento chilometri di coste tra Portogallo, SPagna e Francia. Mare e coste insozzate di “oro nero”, delfini spiaggiati, uccelli completamente ricoperti di greggio. La più grave calamità ambientale d’Europa resta dunque senza un responsabile.”Nessuno può dire esattamente quali siano le cause che hanno fatto affondare la nave”, ha affermato nella sentenza il giudice Juan Luis Pia, presso il Tribunale de La Coruna.
Gli assolti dal reato di crimini contro l’ambiente sono il capitano della nave Apostolos Mangouras, il capo macchinista Nikolaos Argyropoulos e l’ex direttore generale della Marina Mercantile spagnola José Luis Lopez-Sors. Quest’ultimo è stato condannato a nove mesi di reclusione per essersi rifiutato di far rimorchiare la nave, ma non ne farà neanche uno per raggiunti limiti d’età.