SANT’ANGELO DEI LOMBARDI – Oggi, a Sant’Angelo dei Lombardi, come accade ogni 23 novembre, da quella maledetta notte del 1980, è stato il giorno del ricordo. L’amministrazione comunale, quest’anno, ha voluto ricordare quella tragedia dando la cittadinanza onoraria a Franco Roberti, Procuratore nazionale antimafia, e Ernesto Aghina, membro del comitato direttivo della Scuola Superiore della Magistratura. Un Consiglio comunale toccante al quale hanno partecipato le più alte cariche, istituzionali, militari, politiche e religiose della Provincia di Avellino. Ad aprire il Consiglio comunale un’emozionata Rosanna Repole, oggi sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi, ma eletta, per la prima volta, primo cittadino proprio in quei giorni di tragedia e di disperazione. Il sindaco Repole ha salutato tutti e con forte senso di solidarietà ha ricordato le tragedie di Lampedusa, delle Filippine e della Sardegna. Poi è passata a parlare del ricordo, della tragedia di 33 anni fa, ma anche del terremoto sociale che sta vivendo l’Alta Irpinia in questi anni.
“L’idea della cittadinanza onoraria a Roberti ed Aghina – ha spiegato il sindaco Repole – è stata abbracciata con decisione non soltanto da esponenti del Consiglio più veterani come me ed il consigliere Petito, ma anche dalle nuove generazioni. Oggi diamo la cittadinanza a due uomini che da esponenti delle istituzioni, in quei momenti di terrore, diventarono due autentici cittadini di Sant’Angelo dei Lombardi. Ricordo che vennero da noi e chiesero cosa potevano fare per aiutarci e dare una mano alla complicata macchina dei soccorsi. Roberti ed Aghina lavorarono con forza e fermezza per il territorio anche nella delicata fase della ricostruzione e sulla questione dei crolli facili. Furono per noi due amici, due persone a cui fare riferimento in quell’inferno che fu il sisma del 1980”. Il sindaco Repole, però, ha parlato anche della difficile situazione che si sta vivendo dal punto di vista sociale ed istituzionale in questi ultimi anni.
“Nel 1980 ci fu il terremoto – ha commentato Repole – ma il momento che stiamo vivendo non è, certamente, dei migliori, infatti continuano i tagli indiscriminati nella sanità, nella giustizia, nel mondo del lavoro ed altro. Situazione del genere non sono più tollerabili. Questa terra non può diventare un deserto. Ed ecco il mio invito alle nuove generazioni a ripartire dai sentimenti di amicizia e solidarietà che hanno rappresentato Roberti ed Aghina per rilanciare tutto il nostro territorio. L’Alta Irpinia non è morta e dovranno essere i giovani a dimostrarlo”.
IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI AVELLINO ROSARIO CANTELMO
Ad intervenire al Consiglio comunale di ieri, a Sant’Angelo dei Lombardi, anche il Procuratore della Repubblica di Avellino Rosario Cantelmo. “Non posso nascondere la mia emozione – ha detto Cantelmo. Per me è straordinario che dopo 33 anni una comunità sia legata in maniera così viscerale a due persone che qui hanno lavorato. Persone speciali, alle quali mi lega una profonda stima ed amicizia. Franco ed Ernesto sono per me due esempi. C’è anche da dire, però, che da quando mi sto occupando dell’Alta Irpinia, da circa due mesi, avverto il pericolo della desertificazione, ma anche una certa indifferenza e rassegnazione nell’atteggiamento delle popolazioni e delle comunità. Il mio auspicio è che la cerimonia di oggi possa rappresentare un risveglio delle coscienze perché quella è l’unica via per riaffermare l’identità di queste comunità”.
IL PROCURATORE NAZIONALE ANTIMAFIA FRANCO ROBERTI ED IL MAGISTRATO ERNESTO AGHINA
“Il ricordo della felicità non è felicità il ricordo del dolore resta dolore” – così ha esordito Aghina nel ricordare il sisma del 1980. “A Sant’Angelo dei Lombardi è iniziata la mia carriera di magistrato ed ho negli occhi e nel cuore quei primi giorni. Quell’esperienza è stata per me fondamentale e dopo il terremoto decisi di restare qui fino al 1989. Oggi formo magistrati. Sono a contatto con le nuove generazioni, ma faccio anche capire loro che la cosa più importante è l’esperienza sul territorio. Non posso che essere d’accordo con l’avvocato Bruno Salzarulo rispetto all’istituzione di una scuola di formazione forense. Garantisco a tutti, per qualsiasi cosa, la mia vicinanza ed il mio sostegno”. A concludere Franco Roberti. “E’ dal 25 novembre del 1980 – ha detto Roberti – che mi sento cittadino di Sant’Angelo dei Lombardi. Io ed Ernesto arrivammo con la mia auto e capimmo subito la tragicità di ciò che era accaduto. Morte e disperazione dappertutto. Oggi, a distanza di 33 anni, dobbiamo dire che l’Irpinia ce l’ha fatta. Qui vivono i valori della Costituzione: l’uguaglianza, la solidarietà, la cittadinanza, la giustizia. C’è una nuova legge che ha accorpato il Tribunale ad Avellino, ma questo non significa che lo Stato si è ritirato. Lo Stato è presente perché lo Stato siamo noi e la nascita della scuola forense nè il segno tangibile. E noi cittadini di Sant’Angelo e dell’Alta Irpinia siamo più forti di questa legge e pronti a rinascere ancora una volta ed a far credere i giovani nella legalità e nella democrazia. Una cosa è certa: chiamatemi, io risponderò sempre presente”.