C’è fermento nel Sannio. Per la prima volta in serie B, si gioca Avellino-Benevento e la partita, anche per l’ottimo campionato disputato fino ad oggi dai giallorossi, restituisce a tutto il popolo sannita il sorriso dei giorni migliori. Si respira nell’aria.
Passeggiando per le strade della città, capannelli di tifosi dappertutto. C’è chi parla dei pochi tagliandi messi a disposizione per assistere alla partita, c’è chi parla di vittoria certa, c’è chi parla di promozione diretta in serie A. Ma tutti, e dico tutti, parlano di “derby”.
Non me ne vogliano i miei amici beneventani ma io, anche se ce l’ho messa tutta, proprio non ci riesco a catalogare questa partita come “derby”. Ci ho provato più volte ma il “derby” – quello che avvolge, accompagna, esalta e talvolta annienta -, non si può giocare con chiunque. Figuriamoci con chi, in 87 anni di storia, non ha lasciato traccia del suo passaggio negli annali del calcio che conta.
No, per carità Avellino-Benevento è una partita come tutte le altre di questo campionato, da vincere con il coltello tra i denti per portare a casa i tre punti che mai, come in questo momento, servono ai biancoverdi per abbandonare la zona calda della classifica e raggiungere l’obiettivo della salvezza.
Nessuna notte tormentata miei cari stregoni, nessuna notte infinita. Questo non potrà mai essere un derby, perché le classifiche possono cambiare ma la storia no, l’ho spiegato proprio questa mattina ad un mio amico giallorosso.
Mi ha risposto che loro di storia ne hanno da vendere. Mi ha parlato di Maleventum, del fallimento dell’Avellino, dei ripescaggi e nel frattempo continuava a ripetermi che siamo dei “contadini”. Gli ho ricordato che Maleventum era un villaggio irpino, che il Benevento è fallito nel 1952 e nel 2005 e che è stato ripescato per ben due volte, nel ‘66 e nel ’86, mentre suo padre veniva a vedere le partite di serie A ad Avellino. Sui “contadini”, gli ho chiesto scusa ma proprio non ce l’ho fatta a trattenere una risata.
Ventotto stagioni tra serie A e serie B non concedono dubbi, la storia nel calcio siamo noi.
Oggi il divario tecnico ed economico tra i due club è più che mai ampio, gli obiettivi sono assai diversi ed i beneventani fanno bene a sognare ma nessuno parli di “derby”.
Si gioca Avellino-Benevento. Sarà una partita accesa come tutte le altre ed i calciatori biancoverdi in campo tireranno fuori il lupo che hanno dentro, ne sono certo. Al Partenio per gli avversari è finita la pacchia.
Non ci sarà più “trippa per gatti”, la strega è avvisata.
