Montemiletto- In un momento di grande difficoltà per i partiti in generale, i giovani del Partito Democratico di Montemiletto rilanciano e scrivono una lettera al loro Segretario Nazionale, Fausto Raciti al quale chiedono di intervenire per mettere fine alla crisi organizzativa di un movimento giovanile che in provincia di Avellino, di fatto, non è mai nato.
“Gentile segretario, più volte, e non ultimo nelle tesi congressuali da Lei sostenute, abbiamo appreso, con orgoglio, la profonda stima che ha manifestato di nutrire per le piccole realtà territoriali, per quei circoli fatti di giovani democratiche e democratici, che, quotidianamente e lontani dalle grandi platee, mantengono alto il nome della nostra Organizzazione, ma che soprattutto credono che la politica sia ancora la chiave per cambiare il mondo, in un momento in cui questa sembra essere stata, di fatto, relegata in soffitta. E’ per questo che abbiamo deciso di scriverle queste righe, con l’auspicio che tra i vari impegni che affollano questa festa nazionale possa, appunto, essere ricordato l’impegno e la passione dei tanti milititanti invisibili di questa organizzazione tra cui, con orgoglio, ci collochiamo.
Le scriviamo, pertanto, per portare alla sua attenzione il nostro disagio per una situazione intollerabile e alquanto paradossale, come quella in cui versa la nostra organizzazione in provincia di Avellino. Questa lettera, però, non vuole essere un continuo parlare di noi stessi e dei nostri problemi, (c’è già chi lo fa magistralmente sia nei “piccoli” sia nei “grandi” e anzi crediamo che un partito come il nostro debba parlare della gente e di questioni di interesse comune piuttosto che delle “cose di casa nostra”), ma nasce dalla difficoltà oggettiva che riscontriamo nel fare politica quotidianamente, a maggior ragione quando lo si prova a fare all’interno di organizzazione che nella nostra provincia, di fatto, non esiste.
Ovviamente ci riferiamo all’apparato istituzionale, certi che, invece, il cuore pulsante dell’organizzazione lotta, ogni giorno e in silenzio, per sopravvivere a questo vero e proprio processo di estinzione politica, processo che, però, paradossalmente, alla sempre più radicale scomparsa della “specie” vede uno strano e inspiegabile rilancio degli “individui”, sempre gli stessi, ma sotto sembianze diverse per ogni occasione, animati da un incredibile spirito di autoconservazione. In realtà, fuori da ogni metafora, quello che si sta consumando in questi mesi che hanno seguito quello che avrebbe dovuto essere il congresso provinciale, un congresso, peraltro, mai concluso e, probabilmente, iniziato solo nei verbali in quanto sterile di contenuti politici, sa di ridicolo; la provincia di Avellino è l’unica in Italia a non aver regolarmente celebrato un congresso e questa è una situazione alquanto imbarazzante per un Organizzazione Giovanile di un partito che, stando agli ultimi dati elettorali, risulta essere la prima forza politica in provincia, nonostante sieda all’opposizione.
La situazione diventa ancora più imbarazzante se pensiamo che, mentre in queste ore i Giovani democratici stanno celebrando la loro festa nazionale, a pochi chilometri dalla location che ospita l’evento vi è una realtà completamente abbandonata a se stessa. Apprezziamo molto le tematiche che si stanno affrontando in questi giorni, nonché l’impronta europeista che si è deciso di dare a questa festa nazionale e più in generale al dibattito politico della nostra organizzazione in maniera tale da potersi, finalmente, collocare in una dimensione più ampia che va oltre la nostra Italia, ma che allo stesso tempo sappia partire proprio dai piccoli centri, come il porto di Acciaroli, e dalle esperienze di vita, lontane dai riflettori, come quella del sindaco pescatore Angelo Vassallo a cui va il nostro ricordo.
Tutto questo, però, ha un senso se il dibattito che stiamo portando avanti riesce a coinvolgere le persone e non resta una discussione sterile fatta al nostro interno. Ecco perché ci chiediamo come sia pensabile che i sedicenti dirigenti irpini, a ogni livello, di questa organizzazione provinciale che non c’è, possano parlare di Europa, di Italia, di Mezzogiorno senza prima preoccuparsi di quelle “periferie di oggi” di cui parlava nella nota di presentazione di questa festa nazionale, come la nostra terra, l’Irpinia, che vive da anni dei veri e propri drammi umani. Pensiamo alla vertenza Irisbus e a quelle 685 famiglie che non saprebbero come vivere, pensiamo alla chiusura dei presidi ospedalieri in Alta Irpinia, zona tra l’altro a forte rischio sismico, pensiamo alla mancanza progettuale di molte infrastrutture fondamentali per lo sviluppo della provincia e per il collegamento con il capoluogo e restiamo attoniti quando anche la nostra generazione si mostra lontana da queste questioni e non riesce a rappresentare il rinnovamento, al di là di ogni sterile giovanilismo che pur si intravede anche nella nostra provincia.
Siamo fortemente convinti che più che il partito nel suo apparato istituzionale debba costruirsi l’essere partito, ma allo stesso tempo non possiamo non riscontrare che, in questo momento, una condizione implica necessariamente l’altra. Sicuramente i tanti giovani democratici irpini continuano a fare politica come hanno sempre fatto, eppure crediamo che senza un punto di riferimento provinciale, senza un coordinamento che detti una linea politica, senza un gruppo dirigente che sia presente, in maniera seria e costruttiva, sulle problematiche che affliggono la nostra provincia, quelle realtà territoriali che lei ha tanto a cuore restano abbandonate a se stesse e con esse diventano inconsistenti quelle esperienze di militanza di cui la giovanile del Partito Democratico non può e non deve fare a meno.
Il nostro, pertanto, è uno sconcerto generale che va oltre la mancanza di un coordinamento provinciale, ma che piuttosto riguarda un modo di intendere e di fare la politica che ha colpito da mesi questa organizzazione in provincia. L’Irpinia ha da sempre vantato una classe dirigente di tutto rispetto, ha da sempre portato all’attenzione nazionale la bellezza di culture politiche, sicuramente divergenti tra di loro, ma che avevano l’ardore di raccontare a tutti l’orgoglio della propria storia; oggi assistiamo alla pochezza della classe politica irpina sempre più autoreferenziale e distante dai problemi e siamo preoccupati, visti i presupposti, anche di cosa ci riserverà il futuro. In una situazione come la nostra, dove un’organizzazione giovanile provinciale non c’è e dove il Partito Democratico provinciale non si cura di indicare, almeno momentaneamente e dal punto organizzativo e non tanto istituzionale gli eventuali riferimenti, crediamo sia impossibile e offensivo per la politica vera, parlare di politica e credere di fare politica. Confidiamo, tuttavia, in quei militanti, come noi, che tra un manifesto e un gazebo si stanno chiedendo dove sia finita la federazione provinciale dei GD di Avellino, ma che, nonostante tutto, ancora si battono per non tradire le proprie idee e le proprie convinzioni. Aspettando un vostro intervento e una vostra risposta, le auguriamo un buon lavoro“. Giovani Democratici di Montemiletto Montemiletto, lì 26/07/2012