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giovedì, Gennaio 23, 2025
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Mani Pulite. Conclusa l’inchiesta: indagate 50 persone e 12 imprese

BENEVENTO – Dunque una delle più imponenti inchieste che abbia mai coinvolto il Comune di Benevento, si è conclusa.

Tutto era balzato agli onori della cronaca lo scorso 8 gennaio quando una serie di provvedimenti cautelari relativi ad una inchiesta della Procura della Repubblica di Benevento sulla gestione di appalti e forniture di beni e servizi del Comune di Benevento, decapitò l’Amministrazione Comunale della Città capoluogo.

“Mani sulla Città”, così il nome dell’inchiesta, rese pubblico a tutti da quel giorno uno spaccato della vita amministrativa dell’Ente Comune tutt’altro che idilliaco. Concussione (anche elettorale), corruzione, truffa, falso, frode nelle pubbliche forniture, fatturazioni false e abuso di ufficio per i quali, ora, 50 persone tra cui l’attuale Sindaco di Benevento oltre a tecnici, dirigenti e funzionari di Palazzo Mosti hanno 20 giorni di tempo per farsi interrogare o proporre memorie difensive, dopo di che la Procura deciderà se chiedere o meno il rinvio a giudizio.

Tutti hanno professato al loro innocenza e noi non ci uniamo al coro del partito dei giustizialisti ad ogni costo. Tuttavia l’ipotesi accusatoria è gravissima.

Il procuratore della Repubblica di Benevento, Giuseppe Maddalena su “Mani Pulite” ha scritto:  “Le indagini affidate alla Digos di Benevento sono state avviate nel 2010… Dagli atti emerge uno spaccato criminale amministrativo davvero preoccupante soprattutto dall’incrocio dei dati forniti dalle dichiarazioni delle persone informate sui fatti, dalle intercettazioni telefoniche e dalla documentazione acquisita.

Gli indagati risultano infiltrati nel tessuto socio-economico ed amministrativo, a volte con il paravento di attività formalmente lecite, col fine in realtà concretamente realizzatosi … di acquisire, in modo diretto o indiretto, la gestione o comunque il controllo di appalti pubblici e l’affidamento di servizi.

In particolare le indagini svolte hanno consentito di svelare un sistema di illegalità diffuso e di rilevare, nei comportamenti dei suddetti pubblici ufficiali, un vero e proprio ‘comitato trasversale di affari’ che ha determinato un condizionamento e un inquinamento ambientale nelle procedure d’ufficio, con conseguenti riflessi sulla credibilità dell’Ente Comunale e sulle sue risorse.

L’azione investigativa ha consentito inoltre di acquisire fonti di prova soprattutto sul fenomeno della corruzione e/o concussione esteso a diversi amministratori e tecnici comunali … In alcune occasioni, a promuovere e/o organizzare altre vicende di natura illecita … sono stati proprio i predetti pubblici amministratori e/o funzionari, i quali hanno più volte affidato servizi e pagato le relative prestazioni, senza che a monte vi fosse stata alcuna determina di affidamento, a una cooperativa sociale, in cambio di consensi elettorali; in tale ambito sono anche emersi riferimenti e minacce di licenziamento nei confronti dei soci lavoratori di tale cooperativa, al fine di coartarli ad esprimere il loro voto a favore di detti politici.

In ultimo si rappresenta che i flussi di danaro proveniente dalle rilevanti attività truffaldine accertate (di svariati milioni di euro), hanno rilevato uno scenario devastante circa la pervicace volontà di depredare le risorse pubbliche pur di raggiungere lucrosi interessi criminali.

In definitiva le indagini hanno disvelato un vero e proprio ‘sistema’ illegale che comprende il livello politico-amministrativo (sindaco, consiglieri), il livello dirigenziale-tecnico (dirigenti, funzionari e tecnici comunali), il livello imprenditoriale. Tutti i componenti del sistema criminale si muovono in sinergia per procacciarsi anche illeciti profitti personali.

I responsabili politici ed amministrativi non si muovono solo per interesse pubblico, per garantire un servizio pubblico, o meglio, tali evenienze sono eventualmente garantite solo se coincidono con il fine privatistico del guadagno personale”.

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