RIO DE JANEIRO – Un frase di Ronaldo, che si è andata consolidando nel tempo e nel mondo del calcio, dice che al Maracanà si vede chi è un giocatore vero.
E allora, volendo ampliare il discorso, possiamo dire che l’Italia ieri è stata squadra vera. Calcio frizzante sin dai primi minuti, per vincere il muro di emozione (che c’è sempre) nell’esordio della Confederations Cup contro il Messico del Chicharito Hernandez.
Con El Shaarawy e Giovinco sottotono, Prandelli opta per un centrocampista in più e una sola punta (Balotelli) che gioca di sponda, viene incontro, fa a sportellate con i centrali avversari e si libera al tiro. Uno schieramento che sembra pagare: il centrocampo più folto ci dà superiorità numerica costante, e le folate dell’ottimo Giaccherini sono una spina nel fianco vera e propria per i messicani. Come Giaccherini, anche Montolivo e De Sciglio pungono a sinistra, dove la difesa centroamericana lascia qualche varco in più. Difatti, a destra Marchisio non lascia traccia.
Come detto, l’asse Giaccherini-Balotelli funziona. Supportati dal resto dei centrocampisti e da una generale condizione fisica che sembra essere tornata di colpo brillante, gli Azzurri schiacciano il Messico. Azioni travolgenti, ottime combinazioni che però terminano sempre ad un soffio dall’obbiettivo. Per bucare il sombrero ci vuole mezzora e un calcio di punizione con il telecomando di Andrea Pirlo (a proposito di giocatori veri e di Maracanà…), che piazza la palla sotto l’incrocio dei pali e bagna con una rete magistrale il centesimo gettone in maglia azzurra.
Un vantaggio legittimo, strameritato, che però, come spess accade nel calcio, viene gettato alle ortiche da un erroraccio da dilettante di Barzagli, difensore di solito affidabilissimo, che spalanca la via della rete a Giovani Dos Santos e poi gli frana addosso. Hernandez, dal dischetto, trafigge Buffon.
La ripresa non offre un copione molto differente, se non, da un certo punto in poi, negli attori. Entra Cerci per uno spento Marchisio, che in precedenza aveva sparato su Corona da posizione ottimale. L’Italia gioca con un atteggiamento un po’ più spregiudicato, Cerci parte da destra e offre appoggio a Balotelli. Il centravant del Milan mostra tutta la sua straripante qualità quando, servito da Giaccherini, difende palla, si gira con rapidità e in spaccata beffa l’estremo difensore messicano. Come contro la Germania, Balotelli si sfila la maglietta, come a dire “Guardate quanto sono forte”. Eh già, Mario, sei davvero fortissimo.
Ma bisogna dire che è soltanto la punta di diamante di una Nazionale costruita dal basso e su fondamenta solide.
Torneremo in campo giovedì 20 a Recife, nell’Arena Pernambuco, contro il Giappone di Alberto Zaccheroni.
TABELLINO
Messico (4-2-3-1): Corona; Flores, Rodriguez, Moreno, Salcido; Zavala (85′ Jimenez), Torrano; Aquino (53′ Mier), Dos Santos, Guardado; Hernandez. A disp: Talavera, Reyes, Molina, Barrera, De Nigris, Meza, Herrera, Torres, Ochoa. All. De La Torre
Italia (4-3-2-1): Buffon; Abate, Barzagli, Chiellini, De Sciglio; Montolivo, Pirlo, De Rossi; Marchisio (68′ Cerci), Giaccherini (87′ Aquilani); Balotelli (85′ Gilardino). A disp: Diamanti, Marchetti, Maggio, Astori, Candreva, Giovinco, El Shaarawy, Bonucci, Sirigu. All. Prandelli
Arbitro: Enrique Osses (Cile)
Marcatori: 27′ Pirlo (I), 34′ Hernandez (M), 78′ Balotelli (I)
Ammoniti: Chiellini, Balotelli, De Rossi (I), Moreno, Dos Santos (M)