Un incantevole undici luglio 2021. Azzurri campioni d’Europa. Planerei dall’alto rispetto a riflessioni in fatto di strategie, possesso palla ed altri tecnicismi. Tanto già si è detto. E tanto già sapete. Ma permettetemi ancora una riflessione dimessa.
È arcinota la leggenda che vuole gli inglesi inventori del calcio e, specialmente, di fair play ma, attenzione, c’è sempre un volto inusitato della medaglia. E la appena citata espressione sembra proprio calzare a pennello con le immagini- permettetemi, raccapriccianti- che questa notte scorrevano sui monitor, cuore di sguardi attenti e vigili, oltre che lucidi.
Avremo constatato tutti, infatti, che i giocatori inglesi, senza indugio alcuno, hanno sfilato la medaglia dal collo immediatamente dopo averla ricevuta. Ma non finisce qui. Sempre in nome di quel “gioco corretto” di cui si dicono artefici, gli inglesi hanno fischiato l’inno di Mameli e, udite udite, hanno evacuato lo stadio ancor prima del conferimento del trofeo agli Azzurri vincitori.
Finora qualche considerazione epidermica e sufficientemente generica potrebbe sostenere che si tratti di agonismo abituale ed ordinario. Eppure, io oso e vi dico di no.
La sconfitta inglese è su tutti i fronti, in termini calcistici, come asseriscono gli esiti numerici, e soprattutto di Solidarietà ma anche di Lealtà e, per finire, di Umanità. Proprio così perché da propugnatrice delle osservazioni meticolose del cardine delle questioni, direi che ad avvalorare la mia tesi trovano estensione gli insulti rivolti ad alcuni dei giocatori di colore che hanno fallito il rigore.
E allora mi chiedo davvero a cosa siano serviti trecentoquattordici anni di regno, di fair play e glamour se i sudditi sono arrivati a fischiettare l’inno degli avversari in campo, se i tifosi hanno calpestato il Tricolore Italiano.
Mia vecchia e cara Inghilterra, sarai anche la culla della rivoluzione industriale, lucrosa di storia e di cultura ma questa volta hai toppato.
