«Come sapete, negli ultimi sette giorni ci sono stati sette delitti, sette donne uccise presumibilmente da sette uomini. A volte è lecito domandarsi se questi uomini erano completamente fuori di testa oppure c’è stato un comportamento esasperante, aggressivo anche dall’altra parte? È una domanda, dobbiamo farcela per forza perché in questa sede, in un tribunale, dobbiamo esaminare tutte le ipotesi».
Rete quattro. Lo Sportello di Forum. Già notorio, specialmente negli ultimi tempi, non per fondate e raziocinanti cagioni giuridiche -s’intenda- quanto per i poliedrici e grotteschi palcoscenici, il programma vede gli ospiti starnazzare e persino canticchiare sulle note di Ferro. “In sede di tribunale”, sì. Fin qui una rapida prefazione. Mi è parsa imprescindibile per contornare l’ottica in cui la citazione anzidetta ha preso forma.
L’artefice è Barbara Palombelli. La conduttrice, che con il suo amaramente indimenticabile discorso su Tenco, già non poco clamore aveva issato sul palco dell’Ariston, sembra essere inciampata ancora una volta. Ora, però, nel punto più triviale che potesse conquistare.
Un momento. Mi accordi una puntualizzazione preventiva. Una delle sette donne uccise che ha citato non sapeva nemmeno il nome del suo assassino, né a quale volto appartenesse.
Adesso, soverchiando qualsiasi intento esclusivamente femminista e banalmente moralista, se all’interrogativo che ha sollevato, si pensasse alla Sua seconda ipotesi, rampollerebbe naturale una domanda. Il “comportamento esasperante” del mio vicino che ogni giorno all’alba è solito tosare l’erba del prato cantando a squarciagola, può in qualche modo legittimare la sua uccisione per mano mia? Mi dica, giusto per intenderci meglio.
Allora, Palombelli, mi permetta di esprimere la mia. La televisione oggi –e da troppo tempo- è un’accozzaglia di luoghi comuni, banalizzazione di tragedie suicide, anacronismo e perbenismo popolare ma la Sua presenza rimarrà sempre uno dei tanti, eccedenti, arcani irrisolti italiani.
Attendiamo tutti, con ansia, un suo tweet di scuse. Basta repliche.
I miei rispetti.