Ad un anno dal primo attacco di Hamas, il gruppo militante palestinese, l’Israele conta oltre 40.000 morti. Si è tenuta una commemorazione nella sinagoga a Roma, nel ghetto ebraico, dove era presente anche il presidente del consiglio Giorgia Meloni.
Il primo ministro ha ribadito la vicinanza del suo governo allo Stato ebraico, sottolineando che: “Abbiamo sempre negli occhi il massacro di migliaia di civili inermi, donne e bambini compresi, e il vilipendio dei loro corpi, mostrati al mondo senza alcuna pietà.”
Giorgia Meloni ha sottolineato che ricordare la tragedia che da un anno vivono costantemente gli israeliani e condannare fermamente quanto commesso da Hamas non è un mero rituale, ma il presupposto di ogni azione politica dal quale partire per riportare la pace in Medio Oriente. Afferma la premier che, anche in qualità di Presidente di turno del G7, continuerà ad impegnarsi per un cessate il fuoco immediato a Gaza, per il rilascio degli ostaggi israeliani e per la stabilizzazione del confine israelo-libanese, attraverso la piena applicazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite.
Le città e i villaggi intorno alla Striscia di Gaza portano i segni della devastazione, mentre la vita quotidiana in Israele è segnata dalla continua minaccia di razzi e attacchi. Le tensioni tra Israele, Hamas e Hezbollah hanno trasformato il Medio Oriente in una polveriera. La comunità internazionale, pur tentando mediazioni, appare incapace di imporre un dialogo stabile. Gli appelli per un cessate il fuoco rimangono, per ora, parole senza effetti concreti.
La guerra che è iniziata con l’assalto di Hamas il 7 ottobre 2023 ha lasciato un’eredità di dolore e distruzione. Mentre si cercano soluzioni politiche, il Medio Oriente continua a vivere un presente di guerra, in cui la speranza per una pace duratura sembra un lontano miraggio.