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giovedì, Gennaio 23, 2025
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Per i Pm di Palermo il ricorso di Napolitano su intercettazioni è inammissibile

Palermo – La Procura di Palermo non ci sta e “rilancia”. Per i Magistrati, il conflitto sollevato dal Quirinale sulle intercettazioni è infondato.

La Procura sostiene che il conflitto sia inammissibile perché “non si riesce a comprendere come si possa richiedere al PM di distruggere la documentazione delle registrazioni delle intercettazioni, quando il PM non ha un siffatto potere“, si legge nella memoria depositata dal collegio difensivo alla Corte costituzionale. ma non è tutto. Il ricorso sarebbe infondato, anche, dal punto di vista della difesa delle prerogative presidenziali. Il presidente della Repubblica, in realtà, – questa è la tesi della Procura di Palermo – non gode della inviolabilità come se fosse un sovrano di una monarchia

La tesi di fondo dell’avvocatura dello Stato – scrivono nella memoria i professori Alessandro Pace, Giovanni Serges e Mario Serio, che compongono il collegio difensivo della procura di Palermo – è che la norma dell’art. 90 della Costituzione, prevedendo in favore del presidente la irresponsabilità per gli atti compiuti nell’esercizio delle funzioni (con la sola eccezione dei reati di alto tradimento e di attentato alla Costituzione) configurerebbe per lo stesso un regime globale di immunità, anche penale, con la conseguenza di rendere illegittima in sé qualsiasi forma di ascolto delle conversazioni, di registrazione delle stesse, ed a maggior ragione di valutazione ed utilizzazione processuale“.

In realtà, sono soltanto 4 le telefonate dell’ex ministro Nicola Mancino rivolte a Napolitano e intercettate dai magistrati. “Tra le 9.295 conversazioni telefoniche complessivamente registrate sulle utenze del senatore Nicola Mancino – si legge sempre nella memoria depositata dal collegio difensivo alla Corte costituzionale – dal 7 novembre 2011 al 9 maggio 2012 soltanto 4 hanno riguardato sue conversazioni col presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Telefonate che peraltro non sono mai state trascritte. La polizia giudiziaria, infatti non ha effettuato, anche su disposizione della procura di Palermo, alcuna trascrizione delle conversazioni tra il senatore Mancino e il presidente della Repubblica.

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