Diciamo la verità. Nessuno di noi si sarebbe mai aspettato in Italia una situazione del genere dopo il voto. L’Italia per la prima volta nella storia Repubblicana non ha un Governo e se lo avrà, lo avrà solo a certe condizioni che non sono certamente quelle a cui noi tutti, per così lunghi anni, siamo stati abituati a vedere.
Tutti, chi più chi meno, avevamo pronosticato la scalata di Grillo, l’ennesimo miracolo di Berlusconi, la facile vittoria di una sinistra che nell’ultimo mese di campagna elettorale, così come era già accaduto con Prodi, ha poi gettato alle ortiche la vittoria certa.
Sbaglierò, ma siamo stati tutti spiazzati. Nessuno aveva immaginato una così insolita e bizzarra situazione neppure i partiti e i soloni della politica che in questi giorni, in mancanza di alternative, non trovano niente di meglio da fare che demonizzare il voto dato a Grillo. Che errore.
Il voto è sempre intelligente ed ha una sua matrice. Certo in questa tornata elettorale ci sarà chi ha votato per protesta i “grillini” ma la stragrande di quegli otto milioni e passa di elettori del Movimento 5 Stelle non hanno votato a caso, hanno scelto chi li rappresenta. Sono i milioni di giovani con e senza una laurea che non hanno un futuro, di persone con un lavoro precario o disoccupate, pensionati e imprenditori che con quella croce sulla scheda hanno lanciato un segnale alla vecchia politica.
L’istrione ligure ha dato voce e corpo alla rabbia dei cittadini che chiedono mutamenti radicali e per sua stessa ammissione punta dritto a un cambiamento epocale che deve lasciare il segno con l’euro a due velocità, la tassazione dei superpatrimoni, il reddito di cittadinanza, il taglio “spregiudicato” delle spese e tanto altro ancora.
E così arriviamo al cuore del problema vero.
La nostra società è spaccata in due con una, sempre più evidente, asimmetria sociale. C’è chi sta troppo bene e chiede la continuità e chi, invece, è condannato a stare troppo male e chiede il cambiamento. Il sistema è al capolinea.
Non capire ciò e cercare nuovi “Scilipoti” tra i grillini per “tirare a campare” o continuare ad identificare aprioristicamente Grillo come “nemico” accomunato semplicisticamente a “populismo o qualunquismo”, è un grave errore, non soltanto politico. Sbaglia chi ancora agita fantasmi soltanto per difendere se stesso. Sbaglia chi semplifica e giudica il fenomeno. Sbaglia chi affronta questa fase con il linguaggio antico della politica posata.
Indipendentemente da chi con poca, tanta o nessuna convinzione e tanti dubbi ha votato il Pd, il Pdl, Monti o il Movimento 5 Stelle, il sasso lanciato da Grillo dopo una campagna elettorale condotta con strumenti e metodi diversi, è caduto nello stagno alzando altissime onde concentriche.
Il mondo ci guarda. Mezza Europa ci deride e le agenzie di rating ci declassano. Non lasciamo che tutto venga irrimediabilmente travolto. Serve un Governo. Subito